Facciamo
un po' di presentazione! Chi sei, che lavoro fai?
Mi chiamo Fabio D'Auria, 35 anni e faccio il colorista di fumetti.
Com'è nata la
tua passione e come sei riuscito a trasformarla nel tuo lavoro?
In realtà a 20 anni volevo
fare il disegnatore, all'epoca era impensabile per me lavorare per
l'america e il fumetto italiano è sempre stato in bianco e nero.
Nel 2000 mentre mi diplomavo ad un corso europeo di animazione,
visto che sapevo usare photoshop Matteo Casali mi chiese di aiutare
la “Innocent Victim” (la sua etichetta di allora) a colorare
delle pagine di Bonerest, da li sono arrivati altri lavori, c'è
stato un passaparola tra gli autori che venivano a cercarmi anche in
virtù del fatto che coloristi professionisti non esistevano in
Italia, insomma mi son ritrovato colorista mio malgrado e all'epoca
pensai che piuttosto che essere un disegnatore mediocre tra i tanti
forse potevo essere un colorista professionista.
Raccontaci la
tua giornata tipo.
Mi sveglio alle 7:30, faccio colazione con la mia famiglia, prepariamo i bambini e li porto a scuola, alle 9 sono davanti al mio computer, controllo la posta e mentre organizzo il lavoro della giornata controllo il blog e i messaggi su facebook, poi mi butto su photoshop fino all'una quando torna il piccolo dal nido, pranziamo e poi torno a lavorare fino alle 19:30. Quasi sempre lavoro anche dopo cena, in questo periodo visto che ho accavallato diverse cose finisco spesso oltre la mezzanotte.
Mentre lavori
ascolti musica o guardi serie tv? Se sì, ci suggerisci
qualcosa?
Colleziono LP dei Beatles ma quando non ascolto musica metto di sottofondo qualche serie TV, a differenza di molti film non richiedono per forza un'attenzione “visiva” e posso seguirle quindi mentre lavoro. Son passato da 24, ho da poco finito Fringe, ho recuperato The Shield ma la mia preferita è diventata Battlestar Galactica, finita l'ultima puntata dell'ultima serie ho sentito la mancanza dei personaggi, come perdere degli amici.
Quali sono gli
autori che ti hanno ispirato maggiormente?
Ci sono tanti
coloristi professionisti, e da molti ho imparato qualcosa, l'unico
che continua a stupirmi è Dean White (colorista da anni di Romita
Jr e colorista di Uncanny X-Force e degli Ultimates di Ribic), non
si limita a fare il compitino ma continua a sperimentare ed ogni
volta mi chiedo: “Ma come fa?!”
Cosa ti
sentiresti di consigliare ad un esordiente che vuole intraprendere
questa strada?
Fare taaaante pagine, saper colorare un
disegno e colorare 20 pagine sotto scadenza sono due cose diverse,
bisogna unire qualità e professionalità e non tutti ci riescono.
Nel tuo lavoro è
più importante la quantità o la qualità?
Ecco,
collegandomi a prima, entrambe, almeno nel mercato americano, in
Francia si può lavorare con tempi più rilassanti ma bisogna
partire dal concetto che per quanto artistico è comunque un lavoro.
Se
avessi carta bianca e un budget illimitato, quale sarebbe il
progetto a cui lavoreresti?
Colorare
tutti i numeri 1 della Bonelli, prima dei supereroi sono cresciuto
con Dylan Dog e poi Nathan Never e mi sento “figlio” della
Bonelli, l'aver lavorato su entrambi è un sogno realizzato.
La Manticora è
un insieme di animali diversi. Dovessi scegliere, quale animale ti
rappresenterebbe?
Io sarei la testa umana della manticora, ho
il pregio, ma anche il limite di essere molto razionale.
Per finire, hai
qualche artista/autore da consigliarci?
Grazie ad internet
molti autori sono scoperti prima dal pubblico che dagli editori,
nella frenesia di oggi però abbiamo dimenticato che in Italia
abbiamo una lista infinita di grandi autori, molti purtroppo
sconosciuti dalle nuove generazioni, De Luca, Calegari, D'Antonio,
Tacconi, ogni tanto farebbe bene andare a guardare quello che è
stato il fumetto in Italia.
Blog: comifab.blogspot.it
Intervista a cura di Francesca Piscitelli
Blog: comifab.blogspot.it
Intervista a cura di Francesca Piscitelli
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