mercoledì 5 giugno 2013

Manticora Presenta: Martino Prendini




Facciamo un po' di presentazione! Chi sei, che lavoro fai?

Per cominciare ciao a tutti! Il mio nome è Martino Prendini, ho 27 anni e vivo in una città abbastanza piccola, Rovigo. Sono una persona a cui piace fare questioni di principio, piuttosto curiosa e certamente ciarliera.
Ma nel lavoro non c'è Martino Prendini, solo Mary and the teapot. 
Mary nasce prima di tutto per la grafica, inserendo al suo interno elementi di illustrazione, ma ha avuto ed ha una sua evoluzione. Al momento quindi mi occupo anche di web e di video, e sto cominciando a portare avanti progetti indipendenti come raccolte di favole illustrate, abbigliamento ed animazione.
Mary prima di tutto è, infatti, un modo di esplorare strade nuove, senza porsi alcun limite preimposto.




Com'è nata la tua passione e come sei riuscito a trasformarla nel tuo lavoro? 

C'è una buona dose di casualità nel modo in cui mi sono approcciato a questo mondo. In realtà il mio primo ambito è stato quello musicale, e ho cominciato come dipendente senza neppure avere ben chiaro di cosa si trattasse. Poco dopo, all'ennesimo contratto non rinnovato, ho capito che volevo farne la mia vita, e per farlo dovevo costringermi ad una maturazione prima di tutto umana e quindi professionale. Ho avuto la fortuna di incontrare una persona che mi completasse in questo, Irene Tomaini, e siamo riusciti a darci il coraggio di scommettere sulle nostre capacità, di andare a cercare porta per porta clienti, di evolvere un'immagine aziendale. E' stato solo grazie ad un immenso entusiasmo, una grande fiducia e ad una certa dose di incoscienza che, in neppure due mesi, abbiamo creato Mary and the teapot dal nulla. Oggi Mary ha due anni di vita.



Che strumenti usi?

Quasi tutto ciò che faccio in ambito illustrativo nasce su un semplice taccuino usando la prima penna che trovo a portata di mano. Da questo punto di vista le mie tecniche non sono elaborate nÈ particolarmente interessanti. Se inizialmente cercavo la sperimentazione di strumenti e l'elaborazione tecnica, con M&t ho cominciato ad apprezzare l'essenzialità, la sottrazione. Questo ricalca anche un percorso personale, dall'esagerazione e dalla fretta di comunicare ad un modo più mirato, quasi una regressione per certi aspetti, ma forse un modo più mio.
Tutto il resto del lavoro (talvolta molto) lo fanno lo scanner, la tavoletta grafica e il pc. D'altronde sono anche un grafico, ragiono sull'illustrazione da grafico e sulla grafica da illustratore.





Raccontaci la tua giornata tipo.

I progettisti americani normalmente rispondono parlando di meditazione, jogging, bevande energetiche e piani di lavoro per iniziare bene la giornata, e a me viene un po' da ridere, perchè per conto mio la giornata parte quasi sempre non sentendo la sveglia e prima del caffè+sigaretta sono assolutamente intrattabile...
In questo periodo la mia giornata è divisa a metà, comunque, dalle nove alle tre lavoro come collaboratore grafico per un'azienda, cosa che evidentemente riesco a far capire poco ai miei clienti che mi cercano ininterrottamente. Così nelle pause sigaretta sono perennemente costretto a richiamarli e fissare appuntamenti all'ultimo minuto. Il pomeriggio è per l'appunto quasi sempre dedicato a questi incontri. Così la sera diventa volente o nolente il mio momento migliore, quello in cui lavoro in modo maggiormente produttivo e rilassato, o se ho bisogno di respirare esco...e quasi sempre finisco per trovare per caso qualcuno con cui parlare di progetti creativi o di lavoro...


Mentre lavori ascolti musica o guardi serie tv? Se sì, ci suggerisci qualcosa?

Sì, ascolto musica. La musica riveste sempre un ruolo molto importante, ho i miei riti per creare lo stato d'animo adatto all'ispirazione.
Ultimamente sullo stereo ho Hadestown di Anais Mitchell, la discografia dei Tryo, The marriage of true minds dei Matmos e w h o k i l l dei Tune-yards. E La Teoria dei Giochi, un gruppo emergente di cui seguo l'ambito multimediale.
Poi ovviamente non possono mai mancare Bjork, Pink Floyd, Massive Attack e Ane Brun.
Quanto alle serie tv, non mentre lavoro. Ma sono comunque un fanatico di Game of Thrones e Dexter!



Quali sono gli autori che ti hanno ispirato maggiormente?

Le influenze sono tante e piuttosto discordanti. Fra gli autori amo molto Shaun Tan ed Edward Gorey e, come credo tutti quelli della mia generazione, volente o nolente sono stato contagiato dallo stile Tim Burton.
Ma, come dicevo, l'ispirazione viene da più ambiti, così i primi nomi che mi vengono in mente fra molti sono Renè Laloux, Storm Thorgerson, Gustave Dorè, lo studio M/M, Michel Gondry, Paul Barnes, Dalì, Owen Gildersleeve, Bob Wilson, i pittori fiamminghi... E ci aggiungerei persino videogiochi (atipici) come Subbania e Middens.






Nel tuo lavoro Ë più importante la quantità o la qualità?

Bè, tutti si riempiono la bocca col termine qualità, ultimamente... Ma purtroppo spesso restano solo parole. Nell'ambito lavorativo, che si tratti di imprenditori o clienti, vedo che spesso vige la vecchia regola del numero nel minimo tempo, dove più lavori si fanno più teoricamente si guadagna. Trovo sia un concetto molto ingenuo, o provinciale. Un numero ridotto di lavori ma di qualità permette di farsi notare, ampliare il proprio circuito, aumentare anche il prezzo del singolo lavoro. Mentre molti lavori scadenti ti chiuderanno in un circuito dal basso profilo e quindi a retribuzioni minime. La qualità è sempre un investimento a mio parere. Per il resto, per conto mio la lotta è quasi sempre col cliente, spesso sono loro il primo ostacolo alla qualità del lavoro.


La Manticora è un insieme di animali diversi. Dovessi scegliere, quale animale ti rappresenterebbe?

Ultimamente sono particolarmente affascinato dal pavone. Ok, so che non ci fa una gran figura in una manticora, ma a guardarli mi sono innamorato delle loro forme... Sono sgraziatissimi in realtà, ma riescono a tramutarsi completamente aprendo la coda, e trovo questo aspetto molto intrigante. Ecco, se dovessi scegliere un animale rappresentativo per Mary and the teapot, certamente sarebbe il pavone. 

Per finire, hai qualche artista/autore da consigliarci? 

Per quanto riguarda l'ambito italiano, al momento mi verrebbe da consigliarvi Ilaria Meli, un'illustratrice secondo me molto promettente. E, con uno stile totalmente diverso, Bambi Kramer, l'ho conosciuta al Crack festival dell'anno scorso e sono rimasto molto colpito dal suo lavoro.



Intervista a cura di Iside Vallese

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