domenica 12 maggio 2013

Manticora Presenta: Paper Resistance












Facciamo un po' di presentazione! Chi sei, che lavoro fai?

Mi chiamo Alessandro Micheli, ma il mio nome quando disegno è Paper Resistance. Faccio più di un lavoro, ma tendenzialmente sono un grafico, anche in campo editoriale. In tutti e due i campi, comunque, le cose che faccio sono le stesse. Mi occupo di grafica, di illustrazione, sia per hobby che per lavoro e insegno anche Tecnologie e Applicazioni Digitali all'Accademia di Belle Arti di Bologna .


Com'è nata la tua passione e come sei riuscito a trasformarla nel tuo lavoro?

Sin da piccolo ho sempre avuto una propensione per l'immagine, la rappresentazione grafica di determinati elementi. Tutto questo aggiunto all'interesse per il fumetto è stato influenzato fortemente dalla musica, soprattutto le copertine dei dischi. In ogni caso il mettermi a disegnare era una mia esigenza personale.
Mi sono cimentato nel disegno un po' tardi, verso i 25 anni e non ho frequentato scuole d'arte, sono un autodidatta. Faccio il grafico in campo editoriale, per esempio per la Panini, ma sono riuscito a trasformare in qualche modo quello che mi piace nel mio lavoro. Principalmente ho lavorato e lavoro da solo. Tutto è nato da un attitudine solitaria. Fin dall'inizio le mie intenzioni non erano di creare qualcosa per poi proporlo in giro per, eventualmente, pubblicarlo.
Ho sempre pensato di fare un lavoro e pubblicarmelo da me.



Che strumenti usi?

Parto da un procedimento tradizionale, penne, pennarelli, matite per poi continuare il processo a computer. Di solito il lavoro più grosso è al computer, perciò non esistono degli originali veri e propri di quello che disegno. Mi piace comunque mantenere un tratto manuale, piuttosto che un tratto digitale e basta, che è molto standardizzato.






Raccontaci la tua giornata tipo.

Diciamo che ho diverse giornate tipo, Lunedì non è uguale al Martedì o al Giovedì.Per esempio oggi che è Giovedì è la mia giornata da free lance per dire. Non vado a lavorare in un posto fisso, ma nel mio studio, non faccio quello che mi dicono altri ma quello che dico io, comunque sempre in relazione alle scadenze che ho. Insomma mi sveglio presto, lavoro tutto il giorno e poi...poi vado a bere.



Mentre lavori ascolti musica o guardi serie tv? Se sì, ci suggerisci qualcosa?

Di norma ascolto musica, sempre, in continuazione. Ascolto molta black music. Potrei consigliare di tutto, non riesco a elencare un gruppo o due...potrei andare da John Coltrane a Lee Perry. I miei interessi musicali sono sempre in continuo aggiornamento.



Quali sono gli autori che ti hanno ispirato maggiormente?

Mi son sempre piaciute le copertine dei dischi, sopratutto nell'ambito del punk. Un autore che a me piace moltissimo è Raymond Pettibon che fece le copertine dei dischi per la SST Records, come i Black Flag. Oppure artisti che usavano il collage tipo Winston Smith, famoso per le copertine dei Dead Kennedys. Mi hanno influenzato moltissimo, come anche molti graffiti e per me non esiste un graffito brutto.




Nel tuo lavoro è più importante la quantità o la qualità?

La qualità sicuramente. La quantità non mi frega niente. Se devo fare una cagata non la faccio. Cerco sempre di essere molto critico nei confronti di me stesso. La qualità resta, non mi interessa fare un disegno ogni giorno.



Parliamo di autoproduzione, perchè l'hai fatta e se pensi che ne valga la pena di farla ancora?

Secondo me è un discorso un po' ampio..non penso che sia una perdita di tempo fare autoproduzione e non penso sia una moda o una roba temporanea, c'è sempre stata ovunque. Per me, il fatto di autoprodursi, lo reputo molto come un gesto politico, una presa di posizione, perchè io ho il controllo totale di quello che sto producendo e l'ho sentito proprio come una necessità mia. Nell'autoproduzione il progetto lo creo, lo pago, lo seguo e lo distribuisco io dall'inizio alla fine, nel mio caso pubblicazioni illustrate. Ma la cosa non mi pesa dato che è quello che voglio fare. Le autoproduzioni di cui mi occupo io sono sotto il nome di Zoo, dove sono presenti le raccolte “25 disegni” di diversi artisti, che escono ormai da otto anni. Cerco di realizzare un prodotto che qualitativamente sia alto, cercando però di mantenere un prezzo basso, anche nel caso di cartonati per dire. Per rendere più accessibile, diciamo, un libro illustrato. Oltretutto si vende esclusivamente online.



Ti è capitato di portare all'estero il tuo lavoro?

Si, mi è capito di portare le autoproduzioni di cui mi occupo all'estero per dei festival, siamo andati in Spagna, nei paesi dell'ex Jugoslavia e in Svizzera. Sono stato a Beirut, con un altro ragazzo, a fare un lavoro con degli illustratori libanesi, anche se comunque non sono uno che gira molto. Però ho potuto constatare che all'estero si apprezza di più l'illustrazione. Questo perchè in Italia non c'è proprio una cultura dell'illustrazione secondo me. Per esempio, se si deve fare una pubblicità, si preferisce comprare una fotografia, piuttosto che un'immagine disegnata.

Per finire, hai qualche artista/autore da consigliarci?

Ora come ora, direi  Vito Manolo Roma.








Intervista a cura di Valeria Urnello

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