domenica 5 maggio 2013

Manticora presenta: Simone Cortesi




Facciamo un po' di presentazione! Chi sei, che lavoro fai?

Ciao a tutti! Dunque, mi chiamo Simone Cortesi, ho venticinque anni e mezzo, abito vicino a Bologna, fresco diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna e, posso ormai dirlo, sono un fumettista.
Che, detta così, par molto spocchiosa ecco. Però se chi scrive storie è uno scrittore, chi disegna fumetti in teoria è fumettista. Mi ci riconosco piuttosto bene, in questa definizione! Per cui ditelo pure, che siete fumettisti. Tanto continueranno a sorseggiar le loro birre sospirando uno stanco “Ah, sì?”



Com'è nata la tua passione e come sei riuscito a trasformarla nel tuo lavoro?                                                    

La passione è nata quando ancora ero piccolo. Diciamo che l'ho 'ereditata' da mio papà, grande amante del genere, grande collezionista di fumetti (Bonelli, i grandi classici italiani e argentini) e di riviste (ho una libreria in studio piena zeppa di Comic Art, Corto Maltese, Orient Express, Metal Hurlant) e, mi piace ricordarlo, grande disegnatore. Per cui la base era forte. Aggiungendo alla passione per la lettura quella del disegno, direi che fin da piccolo un desiderio ce l'avevo. Disegnare i fumetti. Dopo la maturità artistica mi sono iscritto al corso di Fumetto e illustrazione all'ABAB. Qui ho conosciuto grandi autori e  grandi amici. Il fumetto era diventato qualcosa di più profondo. Non era più solo la china su un foglio di carta. Il fumetto è diventato per me persone, storie, dedizione, fatica e tempo. E, non da ultimo, divertimento.



Che strumenti utilizzi nel tuo lavoro?

Innanzitutto la matita e la gomma. Per ora tengo a parte il discorso tavoletta grafica, che comunque mi diverte usare. Diciamo che per ora ci gioco, poi vedremo in futuro!
Dunque, matita e gomma. Carta Fabriano F4, ultimamente la F6 architetto che per come assorbe la china mi piace ancor di più. Per la china, Winsor&Newton, o, quando sono in bolletta, la Pelikan (non è un discorso molto professionale, convengo).
E poi pennelli. In genere uso i numeri 3 e 5, punta tonda. Una volta mi capitò, per una tesi, di intervistare Davide Toffolo e mi disse che non è il pennello piccolo che fa la linea sottile. E' la mano di chi tiene il pennello. Per cui niente pennelli numero uno, zero o cose così, dobbiam diventare dei ninja!






Raccontaci la tua giornata tipo.

Quando non sono a lavorare al liceo (come sostegno), mi piace alzarmi presto.
Ho la fortuna di avere, nella casa di mia nonna, qui in campagna, una stanza molto grande. Ci passo le giornate, da mattino fino all'ora di cena. Se ho delle scadenze, torno qui la sera e alle volte la notte, dovreste sentire che silenzio in campagna, la notte! Il pranzo è tassativo alle dodici e trenta, scandito dagli urli di mia nonna che dal piano di sotto mi chiama. Nel mio 'studio' ho un bel tecnigrafo, spazio per disegnare, per lo scanner, per il tavolo luminoso. In questa stanza ci vengo ormai da anni, e capisco bene che è una fortuna e uno dei motivi per cui non mi sono ancora trasferito in città! Per disegnare ci vuole lo spazio e tranquillità. Ah, a volte anche la Super Nintendo per distrarsi. E quella c'è!



Mentre lavori ascolti musica o guardi serie tv? Se sì, ci suggerisci qualcosa?

Diciamo che ho la mente molto 'maschile'. Io più di una cosa alla volta non la so fare.
Per cui sì la musica e no alle serie tv. Devo dire che pure internet distrae molto, però è ormai fondamentale, avere una connessione a disposizione, durante la lavorazione.
Per quanto riguarda la musica lascio scegliere a  K Rock (104.3) oppure alle varie playlist di Spotify. Una mia amica fica mi ha fatto scoprire i Ratatat, un altro i Devotchka. Questi sono i miei consigli! Qualcuno dirà “Buongiorno”. Però io ci arrivo dopo, è inutile.




Quali sono gli autori che ti hanno ispirato maggiormente?

Parto da due pittori. Francisco Goya e Edward Hopper. Uno per il bianco e nero, l'altro per i colori.
Poi gli autori di fumetto. Li potrei dividere per 'scuole'.
Partendo da quella italiana, devo dire che seguo da sempre Ivo Milazzo, Magnus, Attilio Micheluzzi, Hugo Pratt, Dino Battaglia, Sergio Toppi. Guardando verso l'Argentina, Josè Munoz, i Breccia, Solano Lopez. Però ho amato tanti autori in periodi vari.  Elencarli tutti sarebbe impossibile, diciamo che tra i classici, quelli che mi hanno colpito come segno e soluzioni di bianco e nero, sono questi i preferiti. Trai  contemporanei, il già citato Davide Toffolo, Andrea Bruno, Paolo Parisi, Nicolò Pellizzon. Ma anche qui ne avrei un camion. Fatemi un'altra intervista che vi elenco gli altri.



Nel tuo lavoro è più importante la quantità o la qualità?

Senz'altro la qualità. Ci sono stati alcuni esami per esempio, in Accademia, in cui dovevo realizzare storie più o meno brevi a fumetti. Solamente che, come tutti gli esami, si finiva per partire all'ultimo momento e disegnare un sacco di tavole al giorno, facendo perdere in qualità, a discapito di una scadenza imminente. Il problema salta fuori il giorno dopo l'esame. Ciò che ti è costato fatica e sudore già ti fa schifo, perché tirato via. Allora meglio perderci più tempo, magari non dormirci la notte.
La quantità la suggerisco nei tempi morti.
Uno sketch book è, per esempio, un contenitore di 'quantità'. Più si disegna, ovunque, meglio è. E se una linea viene storta non interessa. Importantissima, la quantità del quaderno degli schizzi.







Con budget e tempo illimitati quale sarebbe la storia che vorresti disegnare?           Insomma, qual è il tuo “lavoro nel cassetto”?

Ma di lavori finiti, nel mio cassetto, già ce ne sono! Però diciamo che 'non ho ancora trovato l'editore giusto'. Cavolate a parte, di storie me ne vengono in mente tantissime e ho una lista di storie che vorrei scrivere e disegnare. Per quanto riguarda il tempo, non è un problema, se la storia davvero deve uscire, o non si esce il venerdì sera o non si dorme la notte, per scriverla! Per il budget lo stesso. Ciò che avete risparmiato non uscendo il venerdì sera, sarà il vostro primo stipendio!
Sono un po' ritroso, come tutti credo, a raccontare le cose che vorrei disegnare...e se voi di Manticora poi mi rubaste le idee?




La Manticora è un insieme di animali diversi. Dovessi scegliere, quale animale ti
rappresenterebbe di più?

L'orso. Stesso pelo in faccia, stessa pigrizia. Ma quando c'è da ballare, faccio come Baloo.


Per finire, hai qualche artista/autore da consigliarci?

Innanzitutto vi consiglio Simone Cortesi. Quindi spulciate il suo blog e cercate i suoi (due) libri in libreria!
E poi mi sento di consigliare autori 'emergenti'. Tanto quelli famosi lo sono proprio perché li conoscono più o meno tutti.
E quindi dal cilindro vi tiro fuori un bel Gabriele Peddes, mio compagno di avventure belliche nella realizzazione del fumetto Monte Battaglia. E' davvero bravo e ormai l'ho già detto tantissime volte.
E poi, per fare una cosa molto democristiana, vi consiglio di visitare il mio blog e, nella sezione GOODFELLAS, cliccare i nomi di tutti gli autori presenti. E' la brava gente che ammiro, che un po' vorrei essere come loro, che da loro ho imparato pure.



Intervista a cura di Francesco de Stena

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