Facciamo
un po' di presentazione! Chi sei, che lavoro fai?
Mi
chiamo Emanuele Rosso, molti mi conoscono in realtà in internet come
Tuco Ramirez, ma è un'incarnazione recente. Anzi vorrei tornare
Emanuele Rosso, ma ormai è difficile...quando la gente mi vede mi
chiama Tuco. Ho 31 anni, sono di Udine ma vivo a Bologna da 12 anni.
Faccio tanti lavori per cercare di stare a galla, fondamentalmente di
base collaboro con l'associazione culturale Hamelin, dove tengo corsi
di fumetto, corsi di formazione e poi per il BilBOLBul dove mi occupo
degli allestimenti e disallestimenti delle mostre. A parte questo
faccio anche il fotografo per eventi, locali, l'ho fatto anche per
matrimoni e poi disegno anche, anche se il disegno purtroppo è
quello che dà meno remunerazione.
Com'è
nata la tua passione e come sei riuscito a
trasformarla nel tuo lavoro?
Allora,
non sono ancora riuscito a trasformare la mia passione in lavoro e
forse è anche perchè credo di non essermi ancora adeguatamente
applicato. In effetti non ci ho investito il cento per cento, anche
perchè a me piace fare cose diverse, quindi credo che il limite sia
mio. La passione comunque è iniziata alle medie, quando ho
incominciato a leggere fumetti, soprattutto giapponesi come Ken il
guerriero,proprio i primi manga in Italia. Da lì poi sono passato ai
fumetti americani con i supereroi ad altri generi, grazie anche alla
Kappa Edizioni, con “Mondo Naif”, che univa certi tratti europei
insieme a influenze manga.
I
miei inizi veri e propri come disegnatore sono stati nel '98, mi
pare, grazie ad un corso di fumetto con Davide Toffolo, a cui ho
fatto da assistente per un periodo, il mio primo maestro di fumetti.
Se penso all'11 Settembre mi ricordo che, mentre davano la notizia,
io ero alle prese proprio con una tavola di Toffolo, attacando
retini. L'anno dopo invece seguì un seminario di Giorgio Cavazzano,
dove conobbi due giovani ragazzi, Sara Pavan e Paolo Cossi e insieme
demmo vita ad una fanzine che si chiamava “Pupak”, portata avanti
per cinque numeri. Quello fu primo banco di prova per i miei fumetti,
con l'esperienza delle fiere di fumetto e tutto il resto.
Che
strumenti usi?
Gli
strumenti che uso, fondamentalmente sono i pennelli. Anche lì scuola
Toffolo, lui consigliava sempre i pennelli di pelo di martora, quindi
sono rimasto legato a quella regola. Principalmente il numero tre,
che permette una modulazione variabile del tratto. Negli ultimi anni
però ho provato anche pennelli diversi, sintetici(che pensavo
fossero eterni e invece si rovinano anche loro!), pennini,
pennarelli, brush pen. Anche se dopo varie prove rimango dell'idea
che il pennello di martora sia il migliore.
Per
quanto riguarda il colorare, a mano sono davvero una chiavica, perciò
uso molto il digitale, cercando il più possibile di dare un effetto
analogico.
Raccontaci
la tua giornata tipo.
Dunque,
non so se posso dire di avere una giornata tipo facendo tutti questi
lavori saltuari. Comunque di solito mi sveglio verso le otto e mezza,
nove, anche se non ho niente da fare, perchè mi secca terribilmente
perdere la mattina. Poi colazione, quell'oretta di internet che non
si nega mai, controllo blog, notizie, le e-mail. Per vari lavori che
faccio per Hamelin ho da rispondere o scrivere ad insegnanti o cose
simili. Ci sono poi dei giorni in cui mi devo svegliare prestissimo e
prendere dei treni, per andare a fare dei laboratori, perciò le
giornate tipo variano. Difficilmente disegno per il puro gusto di
disegnare, se non ho un progetto dietro, faccio fatica a mettermi al
tavolo da lavoro. So di non essere un virtuoso del disegno, per me il
disegno è sopratutto ai fini della narrazione.
Mentre
lavori ascolti musica o guardi serie tv? Se sì, ci suggerisci
qualcosa?
Ah
si, ascolto un sacco di musica mentre lavoro. Non guardo serie tv,
perchè mi distrarrebbero troppo, io devo guardare le immagini se c'è
qualcosa in tv, non riesco solamente ad ascoltare.
Per
quanto riguarda la musica ho una predilezione per la musica black,
funky, rythm and blues, soul, hip pop e certe volte per la musica
pop, se fatta bene. Anche se sono molto vario, ascolto anche indie
rock. Sono in fremente attesa, come molti, del nuovo album dei Daft
Punk e anche di quello di un duo inglese, che fa musica elettronica
garage, che si chiamano Disclosure. Tra gli ultimi concerti che ho
visto a Bologna c'è Ghostpoet, che in pratica fa dell'hip pop su
delle basi quasi dubstep. Per fare un po' di promozione ad amici
italiani, sono un grande fan e amico degli Amari. Sono di parte, ma
fino ad un certo punto, perchè mi piace molto la loro musica.
Quali
sono gli autori che ti hanno ispirato maggiormente?
Tra
i miei fumettisti preferiti e ispirazione costante, sicuramente, il
numero uno va a David Mazzucchelli, prima un autore di fumetti
supereroistici (Devil, Batman) che poi ha cambiato genere ad un certo
punto. Ha fatto molte storie brevi, alcune raccolte da Coconino, ma
la più belle secondo me sono: la trasposizione a fumetti di “Città
di Vetro”, un romanzo di Paul Auster e il romanzone che gli è
costato dieci anni di lavoro “Asterios Polyp”.
Poi
mi piacciono molto, tra gli europei, Frederick Peters e Blutch.
Nel
tuo lavoro è più importante la quantità o la qualità?
Vorrei
ci fosse più quantità innanzitutto, perchè ne ho poca, dato che
non disegno quanto vorrei. Per me la qualità di un fumetto è
importante, ma dipende anche dalla quantità, è disegnando tanto che
alla fine raggiungi un obbiettivo. Si influenzano l'un l'altra, anche
perchè per me conta molto lo story telling, rispetto al disegno,
perchè è ciò che il lettore non vede, non sa quanto lavoro c'è
stato dietro.
La
Manticora è un insieme di animali diversi. Dovessi scegliere, quale
animale ti rappresenterebbe?
Mah,
potrei dire il Capricorno, che è il mio segno zodiacale.
Sta
per uscire il tuo fumetto, “Passato Prossimo” per la Tunuè,
parlacene un po'.
Si
sta per uscire il mio fumetto, se va tutto bene dovrebbero
presentarlo al Festival di fumetto di Treviso, verso Settembre. E' un
romanzo a fumetti pensato per un pubblico di adolescenti, anche se
leggibile dagli adulti chiaramente. E' un progetto a cui tenevo molto
perchè non se ne vedono molti di fumetti per adolescenti in Italia e
secondo me ce n'è bisogno. Nel senso che tanti ragazzi leggono i
fumetti giapponesi, poi crescendo spesso smettono di leggere fumetti,
non trovando altro di loro gradimento. Ci dovrebbe essere qualcosa
che facesse da ponte tra fumetti giapponesi e quello che può essere
altro fumetto.
“Passato
Prossimo” è una storia d'amore e di viaggi nel tempo con Clint
Eastwood, si lui, che è un po' come l'Humphrey Bogard di “Provaci
ancora Sam” di Woody Allen. Anche se il riferimento primario era il
Tony Hawke di un libro di Nick Hornsby, “Tutto per una ragazza”.
Niente,
è una storia in cui un ragazzo viene mollato dalla ragazza, però
non si rassegna alla fine di questa storia e riesce ad entrare in
possesso di una macchina del tempo singolare. Cerca di tornare
indietro nel passato per far si che le cose con questa ragazza non
finiscano anche se, come al solito, non fila tutto liscio, perchè se
torni indietro nel tempo perdi anche i ricordi di tutto quello che
hai fatto nel presente. Quindi il protagonista dovrà capire se ne
vale la pena. Quanto è disposto a rinunciare.
Che
consigli daresti ad un esordiente?
Io
ad esempio, per arrivare a pubblicare il mio fumetto, inizialmente
non ho pensato a cercarmi un editore, l'ho fatto perchè volevo farlo
e ci tenevo, poi dopo ho pensato di proporlo.
Un
consiglio che mi sento di dare è,sicuramente, avere molta
autocritica, anche se è difficile lo so, bisogna sganciarsi, vedere
da fuori le cose che si fanno. Non far leggere le tue storie solo ai
tuoi amici che ti sostengono, ma anche a persone che possono
criticare il tuo lavoro ed avere quindi anche la capacità di
accogliere le critiche, vuol dire che c'è da lavorare. Io solo
adesso che ho trentun anni inizio ad apprezzare quello che faccio.
Poi
sta tutto nel vedere se uno ha la spinta dentro di se di continuare a
disegnare, perchè non è detto che i risultati arrivino subito.
Per
finire, hai qualche artista/autore da consigliarci?
Mi
sento di consigliare uno sceneggiatore, Lorenzo Ghetti, un ragazzo
del gruppo Delebile. Avendo avuto modo di parlarci e di leggere
qualcosina di suo è molto bravo, tiene molto conto del valore della
narrazione e la fa funzionare, non come certe storie inconcludenti,
molto, passatemi il termine indie, che vanno molto di moda ora.
A
livello di disegno consiglio una ragazza che si chiama Claudia Piras,
mi piacciono molto i suoi ritratti e le caricature. So che ha
pubblicato una storia breve su un antologia che aveva partecipato al
concorso su Falshfumetto l'anno scorso, della Kappa Edizioni
“Perdersi a...”. Io la terrei d'occhio. Ah e dimenticavo la brava
Eleonora Antonioni.
intervista a cura di Valeria Urnello
intervista a cura di Valeria Urnello
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