Facciamo
un po' di presentazione! Chi sei, che lavoro fai?
Mi
chiamo Giulia Sagramola, ho 28 anni, vengo dalle Marche, ma da quasi
3 anni vivo a Bologna, di lavoro faccio principalmente
l'illustratrice, a volte la grafica, nel tempo libero fumetti e libri
autoprodotti. A parte questo, mi piace guardare serie tv e vecchi
film, leggere libri e fumetti, viaggiare col mio ragazzo, mangiare il
gelato, guardare fuori dalla finestra e informarmi su internet di
cose a caso tipo sulle razze di cani, usi e costumi di popolazioni
per me esotiche, robe matte che trovo su tumblr.
Com'è
nata la tua passione e come sei riuscita, se ci sei riuscita, a
trasformarla nel tuo lavoro?
Non
so bene come è nata, come per tanti che fanno questo lavoro, ho
sempre disegnato fin da piccolissima e non ho mai smesso, i miei
genitori per mia fortuna mi hanno sopportata, per esempio
iscrivendomi alla Scuola di Comics quando avevo 14 anni. Penso di
aver capito a 12 anni che volevo fare la fumettista, quando sono
andata alla mia prima fiera del fumetto a Milano, con mio padre. Non
sapevo se poteva davvero essere un lavoro, non ci pensavo, volevo
solo imparare a disegnare e a raccontare delle storie.
Trasformare il disegno in lavoro è un percorso che varia di persona in persona e purtroppo o per fortuna non c'è una ricetta. Quello che ho capito è che oltre ad avere una base solida di conoscenze tecniche, senza avere inventiva e curiosità non si va da nessuna parte. Bisogna essere molto attenti al contesto in cui si vuole lavorare: conoscere la storia dell'illustrazione, della grafica, ma in generale “conoscere” aiuta sempre. Inoltre questo è un lavoro che nasce dall'introdurre le proprie cose ad altre persone, altrimenti rimane una cosa che si fa per sé (e non c'è nulla di male, ma difficilmente ti dà da vivere). Oltre al proprio sito web e a come ci si propone online, c'è bisogno di comunicare e di presentarsi alle persone, per esempio ai festival o alle fiere, vale lo stesso anche per chi è timido. Questo aspetto per me è venuto un po' istintivamente, un po' per carattere e un po' perché venendo da una città piccola dove non c'erano tante persone che disegnavano, ho voluto sempre avvicinarmi ad altre persone che già lo facevano più o meno professionalmente.
Trasformare il disegno in lavoro è un percorso che varia di persona in persona e purtroppo o per fortuna non c'è una ricetta. Quello che ho capito è che oltre ad avere una base solida di conoscenze tecniche, senza avere inventiva e curiosità non si va da nessuna parte. Bisogna essere molto attenti al contesto in cui si vuole lavorare: conoscere la storia dell'illustrazione, della grafica, ma in generale “conoscere” aiuta sempre. Inoltre questo è un lavoro che nasce dall'introdurre le proprie cose ad altre persone, altrimenti rimane una cosa che si fa per sé (e non c'è nulla di male, ma difficilmente ti dà da vivere). Oltre al proprio sito web e a come ci si propone online, c'è bisogno di comunicare e di presentarsi alle persone, per esempio ai festival o alle fiere, vale lo stesso anche per chi è timido. Questo aspetto per me è venuto un po' istintivamente, un po' per carattere e un po' perché venendo da una città piccola dove non c'erano tante persone che disegnavano, ho voluto sempre avvicinarmi ad altre persone che già lo facevano più o meno professionalmente.
Parlaci di Teiera, com'è nato questo progetto e come sta procedendo?
Teiera è nata dall'amicizia e dalle chiacchierate con Cristina Spanò, compagna di studi a Urbino, nonché bravissima fumettista e illustratrice. Cristina era l'unica in classe che si occupava già di fumetto, andando a diverse fiere insieme, conoscendo realtà dell'autoproduzione, abbiamo pensato che anche noi volevamo buttarci nel mucchio e tirare fuori il nostro punto di vista. Abbiamo iniziato nel marzo 2010, portando le prime creazioni a Bilbolbul, con i mesi abbiamo chiarito la direzione che volevamo prendere: da un lato dei libri monografici, realizzati come piccoli oggetti fatti a mano, in cui invitavamo amici a ideare una storia o noi stesse realizzavamo l'idea che avevamo in mente; contemporaneamente creare dei libri collettivi su un tema in comune, che raccogliessero fumetti e illustrazioni degli autori che stimiamo, ex compagni di corso o amici conosciuti via internet. Dal 2011 con noi c'è anche Sarah Mazzetti, con il tempo ci siamo un po' stancate di limitarci alle fotocopie e abbiamo deciso di orientare la nostra produzione su meno pubblicazioni ma un po' più complesse (tornando al discorso sopra sulla qualità). Ora stiamo lavorando alla collana Infusi e alla nuova Antologia a fumetti. La base è sempre quella di fare cose che ci rappresentino al 100%, che ci divertano e che ci facciano provare nelle direzioni che ci interessa percorrere.
Con Topipittori hai pubblicato “Bacio a Cinque”, ti va di parlarcene? E come è cambiata la tua vita dopo questa esperienza?
Bacio a cinque è il mio primo romanzo a fumetti, è autobiografico e racconta i primi 10 anni della mia vita, in pratica la mia infanzia. Il progetto è nato dall'editore Topipittori e dalla collana che hanno inaugurato con il mio libro: Anni in tasca graphic, dopo di me anche altri come Tuono Pettinato, Michele Petrucci e Marta Iorio, hanno raccontato la loro infanzia disegnata.
Sicuramente fare un libro aiuta a far conoscere il tuo lavoro e mi ha aperto ad altre opportunità, quando è uscito Bacio a cinque avevo iniziato a lavorare da poco come freelance a tempo pieno, penso sia stata una bella spinta verso altri contatti. Mi ha dato un po' di sicurezza verso le mie capacità, perché per la prima volta ho concluso un lavoro di 160 pagine. Penso che soprattutto mi abbia cambiata un po' caratterialmente perché ricordare tutte quelle cose mi smuoveva dentro, mi commuoveva e mi ha aiutata a fare una sorta di autoanalisi.
Sicuramente fare un libro aiuta a far conoscere il tuo lavoro e mi ha aperto ad altre opportunità, quando è uscito Bacio a cinque avevo iniziato a lavorare da poco come freelance a tempo pieno, penso sia stata una bella spinta verso altri contatti. Mi ha dato un po' di sicurezza verso le mie capacità, perché per la prima volta ho concluso un lavoro di 160 pagine. Penso che soprattutto mi abbia cambiata un po' caratterialmente perché ricordare tutte quelle cose mi smuoveva dentro, mi commuoveva e mi ha aiutata a fare una sorta di autoanalisi.
Che
strumenti usi nel tuo lavoro?
Dipende
dai progetti, diciamo che principalmente lavoro con matite o
pennarelli, a volte pennelli. Poi passo al computer per la
colorazione. Altre volte faccio tutto a computer con la wacom, altre
tutto a mano. Solitamente il punto di partenza sono i miei sketchbook
o dei fogli sparsi dove faccio un sacco di bozzetti e schemi molto
brutti a vedersi.
Raccontaci
la tua giornata tipo.
Non
esiste una vera giornata tipo, perché lavoro da casa. Mediamente mi
sveglio tardi, alle 9. Inizio a lavorare alle 10, pranzo intorno alle
13 e faccio una pausa guardando una puntata di una serie tv o Rai
News, intorno alle 15 inizio a lavorare. A volte finisco prima di
cena, a volte continuo fino alle 2 di notte. Non esiste una routine
vera e propria. Può succedere che dei giorni devo spenderli
interamente a rispondere alle email di clienti e vari contatti, fare
fatture, aggiornare il sito, cose varie per Teiera, il mio blog, ecc.
Tante altre giornate sono di lavoro intenso, magari mi sveglio presto
perché ho l'ansia. Altre cerco di riposarmi dopo un periodo faticoso
e passo il tempo su tumblr e su facebook, a vedere film, oppure a
gironzolare fuori. Mediamente cerco di smettere di lavorare per le 18
e di uscire di casa almeno una volta al giorno (con la scusa di una
commissione o per un caffé con un amico). Da un paio di anni ho
ricominciato a fare sport più o meno regolarmente e sto meglio sia
fisicamente che di umore, da quando mi sono trasferita in centro
riesco a uscire di più senza sentirmi troppo in colpa verso il
lavoro che mi aspetta a casa. Questa è credo la vita di molti che
lavorano da casa e che cercano un equilibrio, mi piacerebbe avere uno
studio condiviso, un giorno.
Mentre
lavori ascolti musica o guardi serie tv? Se sì, ci suggerisci
qualcosa?
Non
riesco a guardare serie tv mentre lavoro, mi metterei a fissarle.
L'unico periodo in cui l'ho fatto è quando inchiostravo “Bacio a
cinque” e avevo bisogno di qualcosa di “narrativo” da vedere ma
che non mi distraesse, per cui guardavo True Blood, che potevo anche
non guardare ma solo ascoltare, anche se a volte mi giravo a guardare
le scene hot :P
Le mie serie tv preferite sono: Mad Man, The Hour, Parks and Recreation, Bored to Death, Homeland, Dexter, Louie.
Solitamente ascolto Radio 2, Radio Città del Capo o dei podcast quando lavoro a cose meccaniche come inchiostrare e colorare, perché se ascolto la musica dopo un po' mi annoio. Quando invece sono nella fase progettuale e di matite ascolto tantissima musica dal punk rock all'indie, fino a musica anni 20 o roba super pop.
Quest'anno ho ascoltato tanto Rock and Roll anni 50/60. Credo che i Beach Boys siano il gruppo che ho ascoltato di più in questo periodo, ma ora mi sto rimettendo in pari ascoltando le nuove uscite tipo il nuovo album dei Vampire Weekend, dei Phoenix o dei Daft Punk.
Le mie serie tv preferite sono: Mad Man, The Hour, Parks and Recreation, Bored to Death, Homeland, Dexter, Louie.
Solitamente ascolto Radio 2, Radio Città del Capo o dei podcast quando lavoro a cose meccaniche come inchiostrare e colorare, perché se ascolto la musica dopo un po' mi annoio. Quando invece sono nella fase progettuale e di matite ascolto tantissima musica dal punk rock all'indie, fino a musica anni 20 o roba super pop.
Quest'anno ho ascoltato tanto Rock and Roll anni 50/60. Credo che i Beach Boys siano il gruppo che ho ascoltato di più in questo periodo, ma ora mi sto rimettendo in pari ascoltando le nuove uscite tipo il nuovo album dei Vampire Weekend, dei Phoenix o dei Daft Punk.
Quali
sono gli autori/illustratori/artisti che ti hanno ispirato
maggiormente?
La
mia risposta a questa domanda è variata parecchio negli anni. Penso
che ce ne siano centinaia, avevo fatto anche uno schemino delle cose
che mi hanno influenzata dall'infanzia a oggi, te lo allego. Più che
ispirarmi credo che mi diano un punto di vista, spesso anche molto
diverso da quello che faccio. Da alcuni imparo qualcosa a livello
tecnico, ma da tanti imparo tutt'altro, che ritengo anche più
importante di “come si disegna”, mi mostrano il loro modo di
comunicare/raccontare/sintetizzare il mondo. Ci sono tanti autori di
fumetti che amo, ne cito alcuni: Daniel Clowes, Rutu Modan, Adrian
Tomine, Jessica Abel, Jillian Tamaki, Manuele Fior, Alessandro Tota,
Vanessa Davis, Lilli Carré, Sandrine Martin, Bastien Vivés, Gipi,
Sammy Harkam, Roman Muradov, Eleanor Davis, Joanna Hellgren. Alcuni
illustratori: Maurice Sendak, Edward Gorey, Saul Steinberg, Guido
Scarabottolo, Blexbolex, Carson Ellis, Arnal Ballester, Carmen
Segovia, Mirjana Farkas, Chris Silas Neal, Mike Perry, Emiliano
Ponzi, André Da Loba, Bernarddo Carvalho, Lizzy Stewart, Alessandro
Gottardo, Laurent Moreau, Camilla Engman. Autori ne dico due: Richard
Yates e Jonathan Safran Foer.
Nel
tuo lavoro è più importante la quantità o la qualità?
È
una domanda un po' strana :) non credo di averci mai pensato, per me
la qualità delle cose che faccio ha sempre una grande importanza, ma
penso che sia intriseca in sé, mi sentirei male se ritenessi che
quello che sto facendo non è al livello che vorrei (poi da fuori uno
non lo so se lo vede, però per me che lo faccio deve essere così).
Sicuramente riguardando i lavori che ho fatto, non tutti sono allo
stesso livello qualitativo, ma cerco sempre di fare del mio meglio
basandomi su quello che posso fare, anche rispetto alle tempistiche e
alla mole di lavoro che mi viene richiesta. Purtroppo per lavoro
spesso bisogna fare tanto e spesso è capitato che la “quantità”
di lavoro non equivalesse al compenso giusto, per cui a volte ti
rendi conto che correndo la qualità si abbassa per forza, anche
quando ti sforzi. In generale per presentarsi penso che sia
importante mostrare pochi lavori ma ben fatti, invece che riempire il
portfolio di qualunque cosa si è fatto negli ultimi tempi,
specialmente all'inizio.
Mostrare 15 illustrazioni di cui si è sicuri al 100% invece che 50 illustrazioni che però includono schizzi, bozzetti, prove colore o prove scolastiche. È importante imparare a selezionare il proprio lavoro.
Mostrare 15 illustrazioni di cui si è sicuri al 100% invece che 50 illustrazioni che però includono schizzi, bozzetti, prove colore o prove scolastiche. È importante imparare a selezionare il proprio lavoro.
Cosa
consiglieresti ad un esordiente?
Di
fare tanto e di guardarsi intorno, ovunque, non solo sulle strade già
battute, di essere curiosi, di chiedersi il perché delle cose. Se
avete bisogno di imparare come si disegna copiate chi vi piace, ma
tenete questi esperimenti per voi, non metteteli su internet per
mostrare che avete fatto un passo avanti, non serve a nulla se non a
screditarvi.
Trovate degli amici con cui confrontarvi e mettetevi in discussione sempre, si impara tanto dalle critiche. Se in Fiera un'editore non ha tempo per vedere le vostre cose, chiedetelo a qualcuno che stimate, potrà darvi consigli utilissimi per essere più sicuri all'appuntamento successivo. Soprattutto di non frenarsi perché non si sa come si fa qualcosa, ma di buttarvi se lo volete fare e di imparare facendo.
Trovate degli amici con cui confrontarvi e mettetevi in discussione sempre, si impara tanto dalle critiche. Se in Fiera un'editore non ha tempo per vedere le vostre cose, chiedetelo a qualcuno che stimate, potrà darvi consigli utilissimi per essere più sicuri all'appuntamento successivo. Soprattutto di non frenarsi perché non si sa come si fa qualcosa, ma di buttarvi se lo volete fare e di imparare facendo.
La
Manticora è un insieme di animali diversi. Dovessi scegliere, quale
animale ti rappresenterebbe, anche fantastico o mitologico?
Un
cane o un elefantino.
Per
finire, hai qualche artista/illustratore/autore da consigliarci?
Misà
che ve ne ho consigliati anche troppi nella lista citata sopra :)
Ne consiglio 3 a caso, un'artista: Miranda July, un illustratore: Dadu Shin, Raymond Carver.
Ne consiglio 3 a caso, un'artista: Miranda July, un illustratore: Dadu Shin, Raymond Carver.
intervista a cura di Valeria Urnello
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